Personal Shoes si è contraddistinto nelle precedenti stagioni per aver dato la possibilità ad ognuno di creare la propria scarpa, quella che lo rispecchiasse maggiormente. Il concept che ne sta alla base è l’opportunità di inventare un universo personale, un piccolo cantuccio fatto di scelte di vita e di stile da mettere in mostra o in cui rifugiarsi. Ogni collezione racconta quindi la storia di un microcosmo vicino ai valori del brand, che ne rispecchia la verve creativa, la freschezza e la dinamicità: l’ispirazione per la prossima Primavera/Estate arriva dall’esuberante mondo dei Cartoons.
Tre modelli evergreen – #P5 sneaker alta, #M2 sneaker bassa e #A9 sneaker 70s – si arricchiscono dei dettagli e della personalità dei protagonisti di cartoni animati di ieri e di oggi, che regalano ad ogni calzatura un tocco della loro magia tingendo di sogni nuance pastello e colori più brillanti e accesi. Ed è proprio questa la magia che Personal Shoes fa propria, riuscire cioè a racchiudere emozioni in una tela a forma di scarpa dove ciascuno possa rivivere in maniera soggettiva le suggestioni evocate dalla collezione.
Ecco, allora la comparsa di scritte in greco, che riportano subito alla mente le ambientazioni di Pollon e gli dei dell’Olimpo, oppure l’effetto legno che ricorda la vecchia baita di montagna in cui Heidi viveva e cresceva, sempre circondata da mille avventure.
La fantasia floreale, invece, fa pensare all’allegro prato dell’Ape Maia, l’arcobaleno degli Orsetti del Cuore dà vita a divertenti giochi di sfumature sui colori fluo verde, corallo, fuxia e azzurro, mentre una bacchetta incantata sembra aver rubato le seducenti criniere dei My little Pony per la tomaia in tessuto chanel azzurro e rosa.
Non dimentichiamo però che ogni cartone animato ha anche l’obiettivo di lasciare un segno in chi lo guarda; è la rappresentazione di una realtà idillica dove convivono la serenità, l’allegria e l’avventura. Anche Personal Shoes vuole lasciare il suo messaggio: ogni scarpa deve rappresentare al meglio il mondo in cui ognuno di noi vorrebbe vivere.
credits: Lape Communication, Ufficio Stampa Soldini